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DEFINIZIONI SUL MODERNISMO

Di GUSTAV WAGNER
Pubblicato: domenica 28 ottobre 2012


Estratto da "Dopo l'arte moderna 1945 - 2000 (After Modern Art 1945 - 2000)" di David Hopkins sulle definizioni del Modernismo

"In termini di uso storico / critico, 'modernismo' copre normalmente due impulsi. Il primo di questi riguarda la domanda (prima espresso consapevolmente negli scritti critici del XIX secolo dal poeta francese Baudelaire) che le arti visive dovrebbero riflettere di esemplificare processi generali della modernizzazione e dei loro effetti sociali. Il secondo è legato alla valutazione della qualità delle opere d'arte. Qui, le opere d'arte devono misurarsi con criteri di innovazione estetica pur distinguendosi da una serie di indicatori di 'non-arte' stato (i termini 'accademica' o 'kitsch' essendo due termini peggiorativi).

La capitalizzazione della parola, 'modernismo', di Greenberg implica una formalizzazione della seconda di queste definizioni, mentre la sua successiva elaborazione come una teoria minimizza implicitamente le conseguenze della prima definizione, con la quale la nozione di 'socialmente disaffirmative avant-garde 'è legata. Come ha spiegato nel saggio di Greenberg 'Modernist Painting' la chiave del 1961: 'L'essenza del modernismo si trova. . . nell'uso dei metodi caratteristici di una disciplina per criticare la disciplina stessa, non per sovvertire, ma per radicare più saldamente nella sua zona di competenza'. L'avvertimento contro l 'sovversione' della disciplina è incluso per escludere socialmente generati impulsi anti-arte, come Dada e gran parte del Surrealismo, dal modernista master-plan; Greenberg è stato notoriamente contrario alla francese proto-dadaista, Marcel Duchamp."

- G.W.


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